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Cortina che non ti aspetti. Curiosità sulla Regina delle Dolomiti

Photo credit:  Philip Bird LRPS CPAGB / Shutterstock.com

 

Siete convinti che Cortina d’Ampezzo non sia altro che montagna, neve e piste da sci? E allora vi sbagliate di grosso. Cortina, nota anche come la Regina delle Dolomiti, è un concentrato di bellezza e spunti di grande interesse storico e paesaggistico. Leggende, castelli, dipinti e luoghi sospesi nel tempo, vi faranno scoprire una nuova Cortina, molto meno glamour, ma molto più misteriosa e affascinante.

[title_nd tag=”h2″ align=”left” title=”Vacanze a Cortina”]

Se vi state chiedendo cosa vedere a Cortina, preparatevi a conoscere aspetti di questa meravigliosa località situata nel cuore delle Dolomiti che non avreste mai immaginato. Il tour tra le curiosità di Cortina comincia all’interno del suo cuore pulsante, ovvero Corso Italia, lungo il quale sorge la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo. Il settecentesco tempio cristiano custodisce tesori di inestimabile valore, tra cui il fantastico altare maggiore realizzato da Mussack e dipinto da Antonio Zanchi e gli altari alla Madonna del Carmine e alla Madonna del Rosario, attribuiti rispettivamente ad Antonio Lazzarini e ad Andrea Brustolon. Le meraviglie del centro storico non finiscono qui. Di fianco alla chiesa, infatti, sorge una banca, che da decenni custodisce un altro tesoro: il quattrocentesco “affresco delle Sibille”. Il dipinto mostra cinque donne affiancate e tutte riconoscibili, meno la prima a destra. Per gli storici dell’arte la sua identità resta un mistero insoluto. Qualche decina di metri più a nord, sempre lungo il corso principale, spicca una fantastica abitazione, riconoscibile per i mirabili affreschi che ornano le sue pareti. Tra le figure rappresentate spiccano quelle di Leonardo, Tiziano, Dante, Michelangelo, Shakespeare e tanti altri. Chi le dipinse? I figli dell’ex albergatore che un tempo viveva qui.

[title_nd tag=”h2″ align=”left” title=”I dintorni di Cortina d’Ampezzo”]

La frazione di Majon ospita un piccolo castello seicentesco, del quale oggi restano poche rovine, tra cui due torri ed una parte della cortina muraria e della chiesa dedicata alla Trinità. Il maniero, all’epoca, non era molto amato dagli abitanti di Cortina, ed in seguito ad alterne fortune, nel 1809 venne incendiato dall’esercito francese. Oggi, il luogo è avvolto da un’aura di mistero che gli conferisce ancora più fascino; imperdibile, poi, è la pala d’altare situata nella chiesetta annessa, tradizionalmente attribuita a Palma il Giovane. Non meno bello è il luogo nel quale si ergeva il castello di Botestagno, un edificio imponente di cui restano soltanto i ruderi. Da non perdere, però, è il panorama che da qui si domina, in grado di abbracciare le imponenti vette dolomitiche. Al castello appena citato è legata anche un’antichissima leggenda ambientata presso il Ponte Alto, situato lungo il sentiero che conduce alle cascate di Fanes. La leggenda vuole che nel 1400 un cavaliere di nome Brack soleva recarsi spesso fino al Castello di Botestagno, poiché lì viveva la sua fidanzata. Gli allevatori ampezzani erano seccati dal continuo passaggio del cavaliere attraverso i loro possedimenti, pertanto decisero di danneggiare il ponte, così da farlo crollare sotto il peso del cavallo di Brack. Tuttavia, il cavaliere riuscì con un balzo incredibile a scansare il pericolo, evitando di cadere nel profondissimo canyon sottostante.