Un grande classico delle vie ferrate nelle Dolomiti Italiane, in questo caso nelle Dolomiti di Cortina, è la ferrata Ivano Dibona. Non particolarmente difficile, ma comunque piuttosto lunga, la ferrata Ivano Dibona è una ferrata… in discesa! Prende il via, infatti, dal rifugio Lorenzi (quasi a 3.000 metri) per poi scendere sotto quota 2000.
Questa via ferrata permette di osservare da vicino il Cristallino a 360 gradi e di passare in alcuni punti decisamente suggestivi e meritevoli come il ponticello sospeso in legno nei pressi del rifugio Lorenzi – simbolo di questa celebre ferrata – e le antiche fortificazioni militari italiane della Prima Guerra Mondiale (alcune incastrate nella montagna in una maniera decisamente incredibile).
Nota bene: la ferrata non presenta difficoltà tecniche, ma va programmata con bel tempo e considerandone la lunghezza, di circa 7 ore.
Partenza – Arrivo: Rio Gere – seggiovia Son Forca
Tipologia: ferrata
Dislivello: 500m – 1800m
Tempo: 7 ore
Difficoltà: EEA
Ferrata Ivano Dibona – la ferrata da fare se alloggi a Cortina
Da Cortina si prende la S.S. 48 d’Alemagna che porta verso il passo Tre Croci; a Rio Gere, dove parte la seggiovia Son Forca (1680 m); si trova un grande parcheggio gratuito. Tramite gli impianti di risalita si raggiunge facilmente il rifugio Lorenzi (2932 m), da cui parte la ferrata Ivano Dibona. Arrivati in cima, si prende un sentiero posto sulla sinistra dell’ovovia composto da alcune scalette metalliche – da fare in discesa – che porta alla visita della prima caverna, la cosiddetta “caverna del cecchino”. Poco più avanti si trova il famoso ponte lungo 27 metri, quello su cui furono girate alcune scene del film “Cliffhanger”: tramite questo ponticello sospeso in legno si può raggiungere la vetta del Cristallino d’Ampezzo (3036 m).
Dal rifugio Lorenzi, si scende alla forcella Grande (2874 m) prima, e alla forcella Padeon (2862 m) poi, dov’è ancora visibile la baracca militare dedicata al Maggiore Buffa di Persero (2760 m). Si risale leggermente sul fianco del Vecio del Forame (2868 m) sino ad arrivare ad una serie di passaggi che attraversano cenge spettacolari, ma allo stesso tempo molto esposte.
Il sentiero segue quindi un percorso a zig zag su pietraia, scendendo proprio verso Cortina, sino ad entrare in un ripido e scivoloso canalone (da ridiscendere per circa 200 metri). Un cartello di pericolo invita quindi a non proseguire, consigliando di preferire una traccia verso destra che, abbandonando il canalone, permette di guadagnare una nuova cengia. Si raggiunge la Forcella Bassa (2417 m) dove, volendo, è possibile scendere direttamente in Val Padeon (meglio evitare questa “scorciatoia”: è difficile e consigliata solo in caso di reale necessità). Il nostro itinerario prosegue invece lungo la direttrice principale, sino al Col dei Stombi (q. 2168 m); la traccia inizia a perdere quota, su tornanti, verso la val Padeon, raggiunta attorno ai 1700 metri di quota.
Si segue il tracciato della Val Padeon (sentiero n.203), sino ad un lago artificiale, oltrepassato il quale (oltre un vallone) si trova il Passo Son Forca (2110 m) e quindi l’omonimo rifugio (2215 m). Dal rifugio si ridiscende a Rio Gere tramite la via n.206 o si devia per il rifugio Ospitale.
La ferrata risulta ben attrezzata nei tratti necessari; il percorso, anche se principalmente in discesa, richiede un buon allenamento, considerata la sua lunghezza. Poiché si va a camminare per ore su cenge molto esposte, è bene controllare le previsioni meteorologiche prima di affrontare tale cammino.